I beni immobili confiscati alla criminalità organizzata sono gestiti dall'Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati (ANBSC) con il sopporto del Nucleo operante presso la Prefettura.
Tale gestione ha come obiettivo la restituzione dei beni confiscati alla collettività, anche attraverso la possibile trasformazione e valorizzazione degli immobili, per renderlo meglio utilizzabile in termini di welfare e inclusione sociale, di promozione cooperativa e di imprenditorialità giovanile, di tutela del lavoro e nuova occupazione, di sviluppo economico e produttivo.
Vengono qui descritti i beni immobili in gestione e le ipotesi dei possibili utilizzi degli stessi per le predette finalità.
Oltre a conoscere i beni immobili confiscati è anche possibile partecipare attivamente, fornendo - per un determinato bene - suggerimenti sulla sua migliore valorizzazione e riuso, a vantaggio della collettività.
Dalla diretta conoscenza del territorio e delle sue specifiche esigenze possono scaturire suggerimenti e proposte utili ed interessanti, che saranno ascoltate e considerate.
EX MOBILIFICIO MANGERUCA
L'edificio è un ex mobilificio che è confiscato nel 2009 alla ‘ndrangheta.
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APPARTAMENTO
Appartamento collocato a pochi metri dagli edifici del comune e che è stato confiscato alla ‘ndrangheta.
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Per individuare la funzione ottimale per un bene confiscato, occorre tratteggiare un quadro delle possibili esigenze sociali nell’ambito locale, secondo un approccio di massima che sia ragionevole e di valido orientamento nell’intuire le principali variabili in gioco, siano esse architettoniche e urbanistiche che esigenziali della comunità.
Per favorire tale approccio, si è dunque elaborato un Abaco delle possibili risposte alle esigenze locali emergenti, come, ad esempio, esemplarmente fatto dalla Regione Campania.
I temi da affrontare sono principalmente i seguenti.
Promozione dell’inclusione sociale
- La valorizzazione dei beni confiscati deve promuovere l’inclusione sociale, in particolare delle persone svantaggiate, e il potenziamento delle infrastrutture e dei servizi, volti al miglioramento della qualità della vita dei cittadini.
- La valorizzazione del bene confiscato si auspica possa recuperare l’uso produttivo per favorire nuova occupazione e la rigenerazione urbana di luoghi dismessi e sottoutilizzati.
Potenziamento delle infrastrutture e dei servizi
- Politiche abitative e di edilizia residenziale sociale anche per altre tipologie di abitare assistito.
- Servizi sociali di comunità come asili nido, centri ludici, servizi socioeducativi per la prima infanzia, ludoteche e centri diurni per minori, comunità socioeducative.
- Esperienze di riutilizzo sociale attraverso la metodologia sociosanitaria; centri di accoglienza per donne vittime di violenza di genere, strutture per anziani, strutture per senza fissa dimora, co-housing per gruppi in appartamento, strutture per il “dopo di noi”; strutture di accoglienza, mediazione ed integrazione per i migranti; spazi di aggregazione giovanile e socioculturale.
- Spazi urbani di comunità nelle aree non edificate, in spazi verdi da attrezzare per tempo libero, orti urbani, parchi urbani, giardini pubblici anche prevendendo l’abbattimento di ruderi dal ripristino oneroso.
- Cura e manutenzione ordinaria, volontaria o in modesta attività imprenditoriale, compatibile con la destinazione delle aree e con l'obiettivo della pubblica fruizione.
Recupero ad uso produttivo per favorire l’occupazione
- Attività produttive finalizzate all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati anche in spazi di co-working con iniziative innovative promosse dai giovani (hub, innovatori sociali, ecc.) finalizzate soprattutto alla produzione di beni collettivi.
- Spazi per l’inclusione lavorativa di giovani e disoccupati attraverso percorsi educativo/formativi e di tirocinio incentrati sulla riscoperta dei mestieri tradizionali e della manualità;
- Reti di ospitalità e ristorazione della legalità e della solidarietà rivolti al vasto pubblico (turismo sociale).
- filiere agricole e agroalimentari con un forte radicamento e riconoscibilità territoriale e/o di marchio etico
- il conseguimento di adeguati standard qualitativi di prestazioni; la promozione o il rafforzamento della presenza su mercati diversi da quello regionale, anche esteri; la promozione e l’implementazione di pratiche e filiere d'economia sociale attraverso l'uso dei beni confiscati in un'ottica di rete.
Mutuando invece la ragionevole divisione che ne è stata fatta dall’”Associazione Libera” in “FattiperBene” - sono di seguito presentate le categorie applicative generali cui i singoli interventi possono appartenere:
- Welfare e politiche sociali
- Agricoltura e ambiente
- Produzione e lavoro
- Promozione culturale
- sapere e turismo sostenibile
- Sport
- Sede, associazione e attività.
In questa sezione è possibile fare proposte o dare suggerimenti per la destinazione d'uso dei beni confiscati.
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MAPPA INTERATTIVA DEGLI IMMOBILI CONFISCATI
La mappa interattiva contiene la localizzazione degli immobili confiscati.
Cliccando sull'icona dell'immobile potrai vedere altre informazioni.
L’icona in alto a destra nel riquadro grigio della mappa permette di ingrandire la visuale.